Dott. Fortunato Gaspare Valenti

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Medico Chirurgo Specialista in...

Lavori Scientifici

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  1991 Congresso S.I.D.O. Sorrento  Frenulo mediano...

1993 Congresso S.I.D.O. Cernobbio (CO)

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  Estrazioni-non estrazioni: alla luce delle considerazioni...

1996 Convegno S.I.D.O Lido di Venezia

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  Implicazioni cliniche-terapeutiche nelle sindromi di 3^...

1997 Congresso S.I.D.O. Lido di Venezia

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  Correzione della 2^classe scheletrica con Placca di...

1998  Convegno S.I.D.O. Firenze

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  Diagnosi e terapia precoce (3-6 anni) delle dismorfosi...

1999 Congresso S.I.D.O. Roma

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  Scheletrato Magni-Valenti come dispositivo...

2000 Convegno S.I.D.O. Firenze

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2001 Congresso S.I.D.O. (GE)

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  Controllo verticale nelle sindromi...

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2002 Convegno  S.I.D.O. Firenze

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  Discrepanze nei tempi di eruzione tra incisivi centrali e...

2002 Convegno  S.I.D.O. (FI)

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2004 Convegno S.I.D.O. Rimini

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2005 Congresso S.I.D.O. Rimini

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2006 Convegno  S.I.D.O. Firenze

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  Fattori funzionali nella genesi...

2008 Congresso S.I.D.O. Firenze

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  • Dott. Fortunato Gaspare Valenti

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Fattori funzionali nella genesi dell'open-bite anteriore. Diagnosi e terapia (Comunicazione).

 

L'open-bite anteriore si può considerare un sintomo di una disfunzione multifattoriale complessa.
Ruolo fondamentale della sua genesi è la persistenza della deglutizione viscerale o infantile conseguente alla discrepanza volumetrica tra cavità orale e lingua (macroglossia relativa).
Questa discrepanza a sua volta è la risultante di altri fattori funzionali alterati, quali respirazione orale e succhiamento.
 
La terapia mira a fare una diagnosi precoce per eliminare il più possibile le cause scatenanti ed avere risultati migliori e stabili nel tempo.
Gli obiettivi del trattamento sono quindi:
 - allontanare le cause funzionali scatenanti
 - aumentare il volume della cavità orale
 - rieducare la funzione linguale (logopedia) e respiratoria.
La rieducazione funzionale logopedica, però, non deve essere assolutamente fatta in presenza di arcate dentarie ristrette.

 

 

 

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Fattori funzionali nella genesi dell'open-bite anteriore. Diagnosi e terapia (1^ e 2parte Poster).

 

Per il testo vedi pagina successiva: Comunicazione.

 

 

 

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La correzione della 2^classe scheletrica con placca di Stephenson (Comunicazione).

 

 

Nella correzione ortopedica delle seconde classi scheletriche con Placca di Stephenson ci troviamo di fronte a risultati sbalorditivi, sia dento-scheletrici che estetici.
Scopo del lavoro è cercare di capirne il meccanismo d'azione (a tutt'oggi poco chiaro e controverso) in modo da poter giustificare tali risultati clinici.
 
Trattando 20 pazienti per una durata media di 10,5 mesi, con Placca di Stephenson si è avuto un miglioramento della seconda classe scheletrica, sia per arretramento del mascellare superiore che per avanzamento della mandibola; un miglioramento dell'over-jet dentale, per riposizionamento dento-basale; una disto-versione degli incisivi superiori.
Il controllo verticale è stato raggiunto; la mandibola tende ad una rotazione anti-oraria per una riduzione di crescita verso il basso del mascellare superiore.
 
Dato il tempo relativamente breve in cui si ottiene la correzione è da pensare che intervengano dei meccanismi più intrinseci a livello della base cranica.
Enlow dice infatti che tutte le ossa cranio-facciali sono collegate insieme sotto un particolare equilibrio intrinseco per cui una variazione di sviluppo di un singolo osso si ripercuote su tutto il sistema. Un ruolo importante è dato dalla sincondrosi sfeno-occipitale, l'unica sutura che non è solo sotto il controllo genetico ma risponde anche a stimoli meccanici-funzionali (Melsen).
 
Anche se i dati ottenuti necessitano di ulteriori conferme, alla luce di questi possiamo ipotizzare che le forze ortopediche del dispositivo inducono diversi effetti in siti d'azione diversi.
A livello del mascellare superiore si ha un blocco di crescita sia in basso che in avanti e come conseguenza uno sblocco mandibolare con recupero di crescita.
A livello della base cranica si ha una flessione della sincondrosi sfeno-occipitale, ristabilendo un fisiologico equilibrio tra i vari pezzi scheletrici: flessione anti-oraria dell'occipitale che fa ruotare in basso ed in avanti i temporali con avanzamento mandibolare; il mascellare superiore ruota esternamente con arretramento sul piano sagittale. 

 

 

 

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Scheletrato Magni-Valenti come dispositivo intra-orale per la trazione postero-anteriore di Delaire (Comunicazione).

 

Nella terapia delle sindromi di terza classe il dispositivo di elezione è la maschera di Delaire, che per sviluppare la sua azione ha bisogno di appoggiarsi a un dispositivo intra-orale: il doppio arco di Delaire.
Quest'ultimo presenta inconvenienti pratici di igiene e di natura biologica.
Diversi autori hanno cercato di risolvere tali inconvenienti con dispositivi alternativi, uno di questi è lo Scheletrato Magni-Valenti.
 
Scopo del lavoro è verificare se tale dispositivo soddisfa le aspettative, valutando i risutati ottenuti.
 
Sono stati trattati diversi pazienti con terza classe sia dentale che scheletrica in normo, ipo, iper-divergenza.
In tutti i casi si è avuto un miglioramento della terza classe scheletrica, sia per avanzamento del mascellare superiore che per arretramento della mandibola.
Si è controllata inoltre l'altezza verticale, evitando nei casi iperdivergenti una eccessiva post-rotazione mandibolare.
 
I risultati ottenuti con l'uso dello Scheletrato Magni-Valenti necessitano di conferma con l'uso su un numero maggiore di pazienti, ma sono sovrapponibili a quelli ottenuti con il doppio arco di Delaire; anzi, l'avanzamento del mascellare superiore è leggermente maggiore con il nostro dispositivo, forse proprio grazie ad una maggiore stimolazione di crescita della premaxilla.
Si è dimostrato inoltre valido nel risolvere i vari tipi di inconvenienti riscontrabili sia nel doppio arco di Delaire, che nei tentativi degli altri autori (Verdon).
Sono stai infatti eliminati i problemi igienici e biologici del doppio arco e i problemi di stabilità presenti nel dispositivo di Verdon.   

 

 

 

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Discrepanze nei tempi di eruzione tra incisivi centrali e laterali (Comunicazione) 

 

 

Fisiologicamente vi è una certa sequenza nell'eruzione in arcata degli incisivi superiori: prima erompono i centrali e poco dopo i laterali.
Patologicamente invece vi è una discrepanza nei tempi di eruzione con ritardo dei laterali.
 
Questa discrepanza può essere primaria o secondaria, in rapporto alla causa che l'ha determinata.
Nel primo caso è dovuta alla posizione alta dei germi dei laterali, per cui, nonostante la presenza di spazio nell'arcata, la discesa è lenta e l'eruzione tardiva; questa evenienza è poco frequente. L'evenienza più frequente è invece quella secondaria, in cui vi è mancanza di spazio per contrazione dell'arcata, gli incisivi laterali perciò rimangono incarcerati fra i denti contigui. 
 
In ambedue le situazioni si presentano quadri clinici differenti, ma sostanzialmente uguali nei meccanismi patogenetici. 
Per la tendenza alla migrazione mesiale dei denti e per la tendenza ad occupare tutto lo spazio a loro disposizione, l'arcata posteriore tende a mesializzare con rotazione dei sesti, mentre gli incisivi centrali si diastemizzano con ulteriore incarceramento degli incisivi laterali e contrazione di spazio nella zona incisiva. 
 
In presenza di pazienti che presentano ritardo nell'eruzione degli incisivi laterali è necessario, perciò, eseguire una OPM per una diagnosi differenziale con l'agenesia; esclusa la quale si interviene con la terapia adeguata che varia in rapporto al quadro clinico e alla diagnosi.
In definitiva si deve creare lo spazio necessario per una eruzione spontanea degli incisivi laterali, ripristinando i diametri trasversi, distalizzando l'arcata, deruotando i sesti e chiudendo il diastema inter-incisivo.
 
Lo scopo del lavoro è mettere in evidenza come questi quadri clinici, che si riscontrano con una certa frequenza in età scolare, devono essere diagnosticati e trattati precocemente per evitare più gravi disordini occlusali ed estetici.

 

 

 

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Intervista sul quotidiano IL GAZZETTINO del 14/11/98

Intervista sul quotidiano IL GAZZETTINO del 31/10/97